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Il Convento di San Francesco

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Il movimento dell'Osservanza, sorto intorno al XIV secolo dall'Ordine dei Frati Minori e diffuso
 poi da S. Bernardino da Siena e da Giovanni da Capestrano si caratterizzò per un’osservanza
più rigorosa della regola di S. Francesco e della povertà in generale ma anche per l’insediamento
 dei frati in luoghi, paesi, esclusi dal flusso e dal circuito economico culturale e sociale.
Nei primi decenni del secolo XV la Provincia della Terra di Lavoro era divisa in varie Custodie
tra cui quella di Principato ed in questa erano già presenti vari conventi francescani:
San Francesco di Maiori (1405)
San Francesco di Padula (1422)
San Francesco del Cilento (1427)
San Francesco di Castelcivita (1449)
In questo periodo il movimento dell’Osservanza continua ad espandersi nella provincia
di Terra di lavoro e nella Custodia di Principato dove nel 1466 fu costruito a Gioi cilento
 il convento di San Francesco.
La comunità di Gioi, sotto il pontificato di Paolo II che emanò la bolla1 di fondazione
diretta al vescovo di Capaccio il 13 giugno 1466, costruì, a spese dell’università e con
 il contributo del popolo, il convento nel sito di una precedente cappella chiamata di
S.Giovanni Battista.
Il 13 ottobre del 1466 alla presenza di tutta la popolazione, di P. Fra Michele de
Bonohomine dello stesso vescovo di Capaccio Mons. Francesco Conti e di 40 frati,
 fu piantata la croce e si diede inizio alla costruzione del convento che terminò non
molti anni più tardi.
Nel 1575 la Provincia di Terra di Lavoro venne divisa in 2 ed alla nuova Provincia
 di Principato furono assegnati 29 conventi tra cui quello di Gioi.
Al convento di San francesco appartenevano 4 ospizi: Campora, Pattano, Stio
e Sala di Gioi.
Gli ospizi erano piccole abitazioni che servivano come appoggio ai fratelli
 questuanti quando nei periodi di elemosina non potevano ritornare in convento
 per la notte.
Per il suo sostentamento il convento, oltre che della questua fatta per i vari paesi
si serviva dell’orticello esterno al convento coltivato con alberi da frutto,
castagni e frumento.
Il complesso conventuale presentava in origine le stesse caratteristiche di altri
fabbricati del ‘400 ispirati alla semplicità ed alla povertà della regola di San
Francesco.
Al piano terra la chiesa, il chiostro, il refettorio, la cucina, la dispensa le varie
officine ed il giardino. Al piano superiore i dormitori, le celle dei frati ed altri
 luoghi comuni quali la biblioteca e la stanza della fraternità. Tutto il complesso
 era avvolto nella clausura tranne la chiesa che era un luogo pubblico e per il culto.
Come gli altri conventi francescani sorgeva “extra moenia” all’incrocio di strade
 di ingresso alla città. La scelta del luogo era dettata dall’esigenza dei frati di
 portare conforto ai poveri, agli emarginati ed in generale agli esclusi
dalla vita del paese.